Si inizia dalla centrale piazza Mazzini dominata dalla duecentesca Torre Civica, con annessi tratti ancora integri della antica cinta muraria.
Al lato opposto, verso il colle della Rocca, si trova il Complesso museale di S. Paolo edificio, con cripta alto medioevale, ove è stato rinvenuto un prezioso affresco duecentesco raffigurante san Francesco d’Assisi, la più antica immagine del Santo esistente nel Veneto. La Chiesa e l’annessa Sala della Buona Morte, sono sede del Museo Civico.
La via del Santuario inizia con il Palazzo e loggetta del Monte di Pietà d’impianto quattrocentesco, ora sede degli uffici Cultura e Turismo e Accoglienza del Comune.
Proseguendo si giunge al Castello, struttura fortificata dell’Alto Medioevo ristrutturata da Ezzelino da Romano e poi ampliata dai Carraresi, dei quali rimane evidente testimonianza nel celebre camino. Con la conquista veneziana venne acquistato dalla famiglia patrizia dei Marcello, che ne completò la trasformazione in residenza.
Pesantemente saccheggiato nel corso dei secoli, fu riportato al passato splendore dal Conte Vittorio Cini, che lo arricchì con preziose collezioni di armi, mobili e suppellettili antiche.
Nei locali della biblioteca è allestito l’Antiquarium Longobardo, che raccoglie preziose testimonianze provenienti dagli scavi della necropoli rinvenuta sul colle della Rocca. Tra i pezzi più significativi un’elegante crocetta d’oro sbalzato. Di recente allestimento il Museo delle Rarità Carlo Scarpa, nel quale si possono ammirare oggetti della vita quotidiana del Novecento ideati dal noto architetto veneziano.
Riprendendo la salita si incontra Villa Nani-Mocenigo, sontuoso edificio tardo rinascimentale, con scenografica scalinata ornata con statue che collega i vari piani dei terrazzamenti dell’annesso giardino. Sul muro di cinta figurano dei nani, allegoriche statue che alludono al nome della famiglia patrizia.
Poco più avanti si giunge all’antica Pieve di Santa Giustina, costruita nel 1256, per volere del cardinale Simone Paltanieri, arciprete di Monselice. Il Duomo è in stile tardo romanico con elementi decorativi gotici. All’interno si trovano pregevoli opere d’arte tra cui la Madonna dell’umiltà e il polittico quattrocentesco di scuola veneziana raffigurante santa Giustina, San Sabino, patrono di Monselice e alcuni Santi. Il tesoro del Duomo, che raccoglie preziose suppellettili, conserva tra l’altro la preziosa coperta di Evangeliario con Majestas Domini, opera del XIII secolo prodotta da un atelier limosino.La Pieve annovera, nella sua storia plurisecolare, come canonico il sommo poeta Francesco Petrarca.
Oltre la Pieve si incontra la porta dei "leoni comitali" e poco oltre l’ampio belvedere della "rotonda" del 1712.
Salendo si entra nell’area sacra del Santuario Giubilare delle Sette Chiese. L’arco d’ingresso, eretto nel 1651, è denominato "Porta Romana" o "Porta Santa".
Il Santuario è stato ideato da Vincenzo Scamozzi su commissione dei nobili veneziani Duodo e realizzato tra il 1605 e il 1615. Le sette stazioni ottennero da papa Paolo V la concessione delle stesse indulgenze accordate ai devoti, che si recavano in pellegrinaggio alle sette basiliche maggiori in Roma. Le prime cinque cappelle ospitano pregevoli pale di Palma il Giovane, mentre l’ultima, co-intitolata ai santi Pietro e Paolo, conserva la pala attribuita al Loth.
Sull’ampia spianata sorge il complesso monumentale di Villa Duodo, con l’oratorio di San Giorgio e l’Esedra.
Villa Duodo risalente all’inizio del ‘600 è opera dello Scamozzi, mentre la parte frontale, decorata da bassorilievi, fu aggiunta, su progetto di Andrea Tirali, nel 1740. La chiesa di San Giorgio, affrescata dal Sandrini, è abbellita da un pregevolissimo paliotto d’altare in intarsio marmoreo e pietre dure uscito dalla maestria della bottega dei Corberelli. Il Santuario è detto anche "Ai Santi" per la presenza di resti e reliquie di martiri traslati dalle catacombe romane.
Verso il colle della Rocca lo sguardo del visitatore è catturato dalla scenografica scalinata seicentesca, denominata Esedra di San Francesco, in ricordo del soggiorno di san Francesco Saverio nel 1537. Essa è adornata dalle statue, attribuite al Bonazza, raffiguranti le fasi del giorno: alba, meriggio, tramonto e notte.
A lato dell’esedra un ardito scalone dà accesso al sentiero che conduce sulla sommità del colle ove sono visibili i resti dell’imponente Mastio Federiciano, detto Torrione, voluto dall’imperatore Federico II di Svevia nel 1239, quando visitò la città e la creò camera speciale imperiale.
Tornati in piano, meritano una visita altri monumenti come Villa Pisani, affacciata sul canale Bisatto, d’impianto palladiano, commissionata da Francesco Pisani nel XVI secolo. L’edificio, abbellito da pregevoli affreschi attribuiti allo Zelotti, ospita l’Archivio Storico della Città.
Sempre lungo il canale sorge Villa Contarini, esempio tipico di architettura veneta, già citata in documenti del 1581. Gli interni sono decorati con raffinati stucchi settecenteschi e impreziositi da antichi lampadari di vetro policromo di Murano.
Piazza San Marco, abbellita dagli antistanti giardini di Palazzo Tortorini del XVII secolo e oggi sede del Municipio.
Adiacente a Piazza San Marco c’è Piazza della Vittoria con al centro il monumento marmoreo in ricordo dei caduti, opera scultorea del monselicense Paolo Boldrin.
Poco lontano dal centro storico si trova il Convento di San Giacomo, sorto nel 1162 come ospedale per il ricovero di poveri e pellegrini e trasformato nel secolo successivo in monastero benedettino. Dal 1677 è sede di una comunità francescana di Frati Minori. All’interno della chiesa, sono conservati un pregevole ciclo pittorico del fiammingo Michele Desubleo, opere di Jacopo Palma il Giovane e di Gianbattista Maganza.
A sud del colle della Rocca si trova la Chiesa di San Martino fulcro dell’omonimo quartiere. Il tempio originario del X secolo e ristrutturato nel ’700 conserva un ciclo pittorico attribuito a Vincenzo Damini e dipinti della scuola di Gaspare Diziani.
Sulla strada verso Battaglia, lungo il canale, in località Rivella sorge Villa Emo Capodilista della seconda metà del ‘500, con un elegante giardino all’italiana visitabile.
Escursione sul Monte Ricco. La prima parte del percorso è una salita, su strada asfaltata e ombreggiata, sino alla cosiddetta "Casa rossa". Da qui parte un sentiero che conduce all’esedra belvedere dominata dalla grande statua dell’Ercole, di fronte alla quale si apre la scalinata per l’Eremo di Santa Domenica. La passeggiata, nei giorni sereni, riserva uno spettacolare sguardo d’insieme sui Colli Euganei, all’orizzonte fino al mare Adriatico, a sud fino agli Appenini bolognesi e sul piano sottostante l’antica Monselice nella sua suggestiva trama d’ impianto medioevale.